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Il Veneto riesce sempre a fare la differenza

 

Per l’Italia il settore turistico è un comparto economico di primaria importanza con una incidenza del 10% circa sul PIL e dell’11% circa sull’occupazione, nonostante la spesa pubblica sia totalmente inadeguata per tutelare e valorizzare l’enorme patrimonio artistico e naturale.

Il Veneto comunque gioca un ruolo fondamentale nell’ambito turistico, come sempre riesce a fare la differenza.

I dati, a livello italia, dicono che gli ospiti che arrivano in Veneto trovano moderne strutture che offrono ottima ospitalità, enogastronomia, occasioni e luoghi di divertimento, di svago, di spettacolo e di attrazione…

Nel 2013 l’Istituto Tedesco Qualità e Finanza ha stilato una classifica incrociando le presenze dei turisti tedeschi con i giudizi che esprimono su TripAdvisor e con l’offerta «culturale» proposta dai territori, le due città top del turismo italiano sono risultate essere Venezia e Verona.(articolo Corsera febb. 2013)

Il Veneto ha quindi molto da offrire, ricco oltre che di aspetti naturali, anche e soprattutto di testimonianze storico-artistiche di grande valore, suggestione e bellezza; Belluno, Padova, Rovigo, Treviso Verona, Vicenza e Venezia, sono tessere che compongono un mosaico paesaggistico unico, ricco di luoghi d'arte e di storia!

Piazza San Marco, la grande laguna, Canal Grande, il Ponte dei Sospiri; le grandiose architetture, i capolavori artistici, i sontuosi palazzi, la magia delle "calli", segni incancellabili dello splendore e della ricchezza fastosa della Serenissima Repubblica che dominò il Mediterraneo per oltre 1000 anni.

Ma il Veneto, oggi come allora, non è solo Venezia, e la natura veneta non è solo mare.

Abbiamo Belluno coronato dalle Dolomiti, uno spettacolo grandioso oltre che patrimonio dell’UNESCO, Prato della Valle e la maestosa Basilica di S.Antonio a Padova, poi Rovigo con il delta del Po, un unicum ambientale di grande interesse naturalistico, Treviso con Piazza dei Signori, le Ville Palladiane, tra cui risplende La Rotonda di Vicenza, e ancora Verona con la sua splendida Arena, solo per citare qualcuno dei 1000 esempi che potremmo fare.

Nonostante tutto questo bendidio, noi Veneti soffriamo di esterofilia, male comune a tutti gli abitanti della penisola, guardando alle “cosiddette” grandi e antiche civiltà, facendo migliaia di chilometri in giro per il mondo, incuriositi da miti e leggende, e da reperti archeologici di sicuro impatto, come il Partenone, le piramidi egizie, quelle atzeche, le misteriose costruzioni dei Maia o quelle imponenti degli Incas, la muraglia cinese; ma non cerchiamo mai di approfondire la conoscenza della nostra civiltà, del nostro popolo, pur vivendola quotidianamente.

Nemo propheta in patria sua, è un detto che potrebbe anche calzare in questo caso, ma è invece, purtroppo vero, che è molto più cool, raccontare agli amici di essere stati a in Grecia, a Sharm e poi a Giza, a Cuzco, nello Yucatan, a Machu Picchu, in Cina… che non raccontare di un fine settimana passato alla riscoperta del nostro Veneto.

Sapere che molte arcane civiltà, sono coetanee della nostra e del Popolo Veneto potrà lasciare molti veneti stupefatti, anche se ci saranno orde di studiosi, pronte a contrastare questa affermazione; si apriranno addirittura le cataratte del cielo dicendo che alcune sono addirittura più giovani.

Volendo poi attirarmi addosso del tutto le ire anche dei più ortodossi tra gli storici, potrei anche azzardare, che mentre certe antiche testimonianze archeologiche di alcune grandi civiltà del passato sono arrivate intatte fino a noi oggi, quelle più remote del Popolo Veneto non ci sono giunte, (o ne sono giunte solamente poche e parziali), solo perché noi Veneti non ci siamo fermati e cristallizzati in un dato momento del passato, ma ci siamo evoluti costantemente, creando sempre nuova bellezza sulle rovine del passato; pratici e laboriosi come è il nostro carattere.

Comunque stiano le cose, resta il fatto, che la storia e la cultura del Popolo Veneto sono ancor oggi purtroppo avvolte da un' alone di leggenda, che le hanno sempre lasciate sospese tra fiaba e realtà.

Siamo un Popolo la cui storia quasi dimenticata, sottovalutata spesso dagli stessi Veneti, non vive oggi nei libri di testo al pari di altri popoli, ma non è da meno, date le nostre origini remote, che risalgono a quasi 4000 anni fa.

Sono ormai numerose le prove tangibili degli antichi veneti, fornite da ritrovamenti casuali, ma anche da campagne di scavi archeologici indirizzate da precisi studi, che testimoniano di una società evoluta e raffinata, che commerciava con gli egizi e con i greci, abili guerrieri e allevatori di cavalli, che strinsero un patto federativo con l'impero Romano (la Regio X Venetia et Histria), ma non si sottomisero. Le successive invasioni barbariche e la caduta dell'Impero d'Occidente determinarono caos, come in tutto il mondo dell’epoca, ma i Veneti ne uscirono sostanzialmente indenni. Ci furono quindi i Bizantini e i Longobardi, poi il medioevo caratterizzato dalla dominazione dei feudatari tedeschi, e poi nei successivi 1300 anni, la splendente e ricchissima epopea della Serenissima Repubblica di Venezia, chiusa ingloriosamente dall'aggressione di Napoleone, e dalle conseguenti dominazioni francesi e austriache, per passare infine sotto il regno d'Italia, a cui seguì la cosiddetta diaspora veneta; tre milioni e mezzo di emigranti veneti in poco meno di dieci anni.

Gli ultimi 150 anni, quindi la storia attuale, la conosciamo quasi tutti; due drammatiche guerre mondiali, un periodo di relativo benessere, e ora una grande crisi economica che morde e sta ricreando condizioni favorevoli all’emigrazione dei nostri migliori talenti.

Oggi a mio parere è importante recuperare e difendere le nostre origini, per non lasciarci spersonalizzare dalla globalizzazione selvaggia, che in nome di un progresso e di uno sviluppo cieco, ormai chiaramente insostenibile, vuole fagocitare ogni singolarità, per ridurre tutto ad un ammasso informe e omologato; la localizzazione sarà la scintilla della globalizzazione sostenibile, e deve partire da ogni popolo, dalla sua peculiare e preziosissima cultura, dall’unicità delle sue tradizioni e della sua storia, e saranno infatti numerosi i collegamenti con la storia del Montagnanese, strettamente connessa a quella di tutto il resto del Veneto.

Non conoscere la propria storia, la cultura e le tradizioni che ne derivano, è a mio parere limitante se non invalidante; provate infatti ad immaginare di svegliarvi domani mattina senza più memoria, senza sapere più chi siete, senza sapere cosa sapete fare. Voi di sicuro non sapreste più dove andare, non avreste scopo, ne obiettivi.

Cercheremo in queste serate, con relatori di eccezione, di abbozzare solamente un quadro quanto storico e socio-culturale mai complesso, che sicuramente non riusciremo a definire del tutto, ma siamo erti del fatto che la curiosità che ne nascerà, sarà l'incipit per cercare di capire chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare.

 

Baratella Daniele

 

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